Il miracolo di Conte al Chelsea
“Miracolo”, è la parola usata dallo stesso Conte, in riferimento al titolo conquistato con il Chelsea nel 2017. In questo articolo ti racconto un po’ la storia e i record di questo titolo del Chelsea di Conte, poi decidi tu se può essere considerato un miracolo, un’impresa, oppure qualcosa di meno. Ma sicuramente, la Premier League conquistata dal tecnico italiano è qualcosa di speciale.
Facciamo un passo indietro. Da dove arriva il Chelsea, prima che arrivi Conte.
La stagione 2015/16 (si, quella del Leicester) è la stagione peggiore della storia del Chelsea di Abramovich. Il Chelsea finisce decimo in campionato, José Mourinho viene esonerato a stagione in corso, con Hiddink che prende il suo posto.
Infatti, anche per un club ambizioso e abituato a vincere come il Chelsea, la richiesta a Conte è quella di ravvivare la squadra e centrare la qualificazione in Champions League.
Poteva essere una rosa di campioni, ma il collasso di quella stagione aveva profondamente segnato la squadra e le valutazioni.
In estate, alcuni giocatori come Diego Costa volevano lasciare il club, altri come Moses si erano abituati all’idea di essere indesiderati. Nel corso della stagione erano anche state rivolte pesanti critiche dai tifosi, che accusavano i giocatori di essere snakes, serpenti, e di non avere voglia di giocare per il club.
Forse però, queste sono le situazioni che Conte ama. Conte si è trovato in una situazione simile ai tempi di Torino, quando eredita la Juve da una stagione conclusa al settimo posto, e, al primo anno, la porta alla conquista dello scudetto da imbattuta, prima squadra a riuscirci dal 1979 in Serie A.
Bonucci definisce Conte un “martello”. Pirlo, nella sua autobiografia del 2014, dice: “Quando Conte parla, le sue parole ti assalgono. Ti entrano in testa, a volte violentemente, e si depositano nel tuo profondo. Non è un guru, né un mago. O fai quel che dice o non giochi, perché è allergico agli errori”
Conte cosi prende le redini del Chelsea per la stagione 2016/17, subito dopo aver concluso l’Europeo del 2016 con l’Italia, arrivata ai quarti di finale.
Neanche il tempo di finire di lavorare per gli azzurri, che inizia a lavorare sulla panchina dei Blues. Dall’azzurro al blu.
Alla sua prima conferenza al Chelsea, usa la parola “lavoro” e i suoi derivati 31 volte. È questa la sua ricetta. Lavorare.
“il messaggio più importante è che io sono un lavoratore. Mi piace lavorare, e conosco solo questa strada per vincere. il lavoro”.
“Quando finisci la stagione in decima posizione, il problema non è solo un giocatore”.
“Spero che possiamo sorprendere la gente, spero ci sia una piccola fiamma ardente che può diventare un inferno di fuoco”.
Mercato
Conte aveva una lista di obbiettivi principali, ma, di questi, solo Marcos Alonso della Fiorentina viene acquistato. Un nome che in realtà non entusiasma i tifosi, ma nel corso della stagione Conte dimostrerà di aver avuto ragione.
Tra gli obbiettivi c’è anche Nainggolan, inizialmente preferito a Kanté. Alla fine viene acquistato il francese per 35 milioni, autore però di una sola stagione ad alti livelli in carriera, quindi un pò un’incognita. Basta pochissimo però a Conte per capire che il francese non è una seconda scelta e tantomeno un giocatore qualunque.
Un altro obbiettivo è Marquinhos, ma il Paris Saint-Germain non ha intenzione di venderlo e piuttosto preferisce liberarsi di David Luiz, fresco di un’imbarazzante prestazione contro il Monaco alla prima di Ligue 1. Lo stesso Luiz fa capire al club francese che desidera tornare al Chelsea e i due club, senza troppi problemi, trovano l’accordo per 35 milioni. David Luiz, come Marcos Alonso, si aggrega alla squadra l’ultimo giorno di mercato, il 31 agosto.
“Lavoro”
Conte comincia la sua esperienza al Chelsea mettendo le parole “lavorare duro” subito in pratica. Pesanti doppie sedute e una preparazione che i giocatori del Chelsea definiranno come la più pesante pre-stagione della loro carriera.
In aggiunta a ciò, Conte fa drastici cambiamenti al menu. Alcuni dicono che ad esempio arriva a vietare la Ketchup, Conte dal canto suo spiega che cerca soprattutto di far capire ai giocatori perché seguire un’alimentazione corretta in termini di prevenzione dell’infortunio e recupero. Insomma, vuole far capire ai suoi giocatori perché seguire un certo tipo di dieta piuttosto che seguire ciecamente gli ordini di cucina.
Per creare lo spirito giusto Conte fa leva anche dal punto di vista emotivo. Diventare “una piccola macchina da guerra” o un “inferno”. Fa leva sull’orgoglio dei giocatori, reduci da una brutta stagione e da tante critiche. E fa capire loro chiaramente che se sono disposti a lavorare per lui e seguire i suoi piani, avranno ottime possibilità.
Giornata 1 – Welcome
Quando Conte arriva il Inghilterra la gente si aspetta che utilizzi il “suo” sistema di gioco, il 3-5-2. Tuttavia Conte spiega subito che non è necessario, che in passato, sia ai tempi del Bari sia all’inizio dell’esperienza con la Juve, ha preferito giocare con un 4-2-4.
In realtà nessuna delle due formazioni sarà poi utilizzata da Conte, che schiera il suo Chelsea con un 4-2-3-1, il modulo che quasi sempre ha caratterizzato la storia tattica del club londinese, il suo scheletro.
L’inizio dell’avventura di Conte in Inghilterra, la prima partita della stagione, è positiva. Il Chelsea conquista i 3 punti con un gol all’89’ di Diego Costa. “Il benvenuto è stato fantastico. Mi sono emozionato a vedere la bandiera italiana sugli spalti”, dice a fine partita.
Il Chelsea vincerà le prime tre di campionato, alle quali però seguiranno un periodo buio, che porterà cambi radicali al sistema di gioco del Chelsea.
Giornata 6 – La svolta
Se alla quinta giornata la sconfitta subita con il Liverpool (2-0) era stata pesante, non è comunque nulla in confronto alla sesta giornata, quando il Chelsea viene umiliato nel derby con l’Arsenal.
Il Chelsea nel primo tempo subisce tre gol. Conte all’intervallo è una furia, i giocatori non riescono neanche a guardarlo negli occhi.
Per sua stessa ammissione, Conte odia la sconfitta, e quella debacle gli fa dubitare del suo piano di gioco.
Sono passati 10 minuti nella ripresa, la rabbia di Conte si è affievolita e ha preso il suo posto la lucidità di pensiero. Conte cambia, fa entrare Marcos Alonso al posto di Fabregas. Quasi storico il momento in cui Marcos Alonso, appena entrato in campo, con le dita indica ai suoi compagni il cambio di modulo. Si passa a tre dietro. Da quel momento, il Chelsea non subirà gol per più di 10 ore di gioco.
Forse però neanche lo stesso Conte si sarebbe aspettato un cambio di rotta cosi devastante in seguito a quella sconfitta che, più che altro, sul momento riduce ancor di più le possibilità per i Blues di lottare per il titolo.
A fine partita, con un filo di voce, ma con tanta rabbia dentro, esprime una brutale verità: “Il campo è la verità. ” È il campo a parlare”. “Siamo una buona squadra solo sulla carta, non sul campo”. Il Chelsea non vince da tre partite, è in ottava posizione ad 8 punti dalla vetta, e si prospetta un’altra stagione mediocre.
Riavvolgiamo il nastro a quel cambio di modulo ad inizio ripresa. Cambio al 3-4-3 che viene poi studiato nei seguenti allenamenti e diventa la nuova ossatura della squadra. In poco tempo anche i suoi interpreti sono ben definiti. Il capitano John Terry viene lasciato fuori, cosi come Ivanovic e Oscar. Cahill, David Luiz e Azpilicueta sono i centrali di difesa. Marcos Alonso, fino ad allora seconda scelta, si prende la corsia di sinistra a centrocampo. Victor Moses, quasi un corpo estraneo alla rosa negli ultimi anni, viene impiegato come esterno destro di centrocampo. Un ruolo che non ha mai fatto in vita sua ma che, sotto la guida di Conte, masterizza. Il tecnico lavora in modo rigoroso sulla fase difensiva del 26enne nigeriano, trasformandolo in un calciatore completo. Il giocatore fa il suo, impara in fretta e passa da giocatore dimenticato a titolare.
Il nuovo modulo non solo funziona. Calza a pennello le caratteristiche degli interpreti. “il 3-4-3 è un buon sistema per la nostra squadra, anche perché abbiamo gli attaccanti adatti per questo modulo”. La batteria di attaccanti è composta da Costa, hazard, Willian, Pedro e Bathsuayi.
Giornata 9 – L’ex (e futuro nemico)
Nella nona giornata di Premier il Chelsea ospita il Man United dell’ex José Mourinho.
Il Chelsea asfalta i Red Devils 4-0 rendendo un incubo il primo ritorno di Mourinho allo Stamford Bridge, da quando era stato esonerato nella stagione precedente.
Inoltre, tra Mourinho e Conte già non scorreva buon sangue e da quella partita nasce una “guerra” tra i due, che si pizzicheranno per più di un anno. Il tutto nasce proprio da quella partita, quando Mourinho accusa Conte di umiliare lui e i suoi con il suo modo eccessivo di esultare. A fine partita Mourinho viene ripreso dalle telecamere mentre dice a Conte “Si esulta in quel modo sull’1-0, non sul 4-0, altrimenti diventa umiliante per noi”. Ma questa, è un’altra storia, che puoi leggere qui o, ancora meglio, alla fine dell’articolo.
Giornata 11 – Gol e soprattutto, spettacolo
Con una delle prestazioni più belle della stagione, il Chelsea annienta l’Everton, 5-0, e porta a cinque le vittorie consecutive. Secondo la critica, il Chelsea in quel momento gioca anche il calcio più bello della Premier.
Al termine della partita, il tecnico dell’Everton Ronald Koeman, quasi rassegnato, dice: “Non ho mai visto una squadra giocare cosi bene con questo sistema di gioco (3-4-3). Oggi il Chelsea ci ha mostrato un grande livello di calcio. Non mi aspettavo tutta questa differenza sul campo, ma c’è stata”.
Giornata 14 – Sfida tra Heavyweight
Seconda sfida di fila tra pesi massimi per il Chelsea (la giornata precedente era col Tottenham, vittoria per 2-1). Come col Tottenham, il Chelsea si trova in svantaggio. Ma tiene botta e ribalta tutto nel finale. Sopravvive prima al rigore sbagliato da De Bruyne e poi, nell’ultima mezz’ora di gioco, segna 3 gol. Una lezione pesante subita dal City di Guardiola, favorito #1 al titolo e protagonista in estate con una campagna acquisti di 213 milioni di euro.
Giornata 18 – Record per il club
Il Chelsea, privo di Kante e Diego Costa, supera comunque il Bournemouth, 3-0.
Diventano 12 le vittorie consecutive, un record per la storia del club.
Ormai il crollo per 3-0 dell’Emirates Stadium (la sconfitta più pesante per Conte dai tempi del Siena, in termini di risultato) è un lontano ricordo. Il Chelsea è diventato la “piccola macchina da guerra” che Conte voleva, con 12 vittorie di fila e solo due gol subiti. Asfaltati tutti, anche le big che si sono trovate sulla strada non hanno avuto grazia.
Chissà cosa sarebbe successo se quel giorno non fossero stati battuti – e umiliati – dall’Arsenal, e non ci fossero stati tutti quei cambiamenti che ne sono conseguiti. Probabilmente, il sistema sarebbe rimasto invariato e oggi non vedremmo il Chelsea – 12 partite fa a -8 dalla vetta – primo in classifica con 6 di vantaggio sul Liverpool. L’impatto è talmente forte che il modulo riportato in voga da Conte, il 3-4-3, ispira altri allenatori della Premier che provano a riproporlo, tra i quali Wenger.
Sicuramente grande merito di questa super striscia vincente va al “neo-acquisto” Conte, che in questa fase stabilisce anche un record personale: è infatti il primo allenatore nella storia della Premier League a vincere il premio di miglior allenatore del mese, per tre mesi consecutivi.
Ma oltre al contributo di tutti i giocatori, va dato in particolare credito agli altri neo-acquisti della stagione.
L’impatto più terribile viene dato sicuramente da Kante, nella stagione in cui si consacra in fenomeno del centrocampo, ed eliminando qualsiasi lecito dubbio che può provenire da una sola stagione di alto livello in carriera a 26 anni.
Facendo un breve salto a fine stagione, vediamo che il Leicester – campione in carica – terminerà al dodicesimo posto. E questo, nonostante non abbia venduto nessuno dei suoi talenti, eccetto, appunto… N’Golo Kante. Sarà un caso?
A fine stagione, Kante vincerà anche i premi “PFA Player of the year” e “FWA Player of the year”, vale a dire il miglior calciatore della Premier, sia secondo i calciatori (PFA) che i giornalisti (FWA).
Il suo apporto alla causa è infatti incredibile, domina il centrocampo e da consistenza in fase difensiva, aspetto in cui i suoi compagni di reparto vengono a meno.
Importanti anche gli altri due acquisti, arrivati all’ultimissimo giorno di mercato.
David Luiz, al ritorno al Chelsea, con le sue prestazioni in mezzo alla difesa a 3 sorprende i suoi tifosi in quella che è la sua miglior stagione in carriera. L’ex viola Marcos Alonso, prima di debuttare nella storica sfida con l’Arsenal aspetta oltre un mese, ma da quel giorno diventa titolare fisso a sinistra.
Giornata 19 – Fermateli
Il Chelsea vince anche la partita successiva, con lo Stoke City. Le vittorie consecutive diventano 13, record della Premier League, eguagliando L’Arsenal del 2002/03.
Conte prova a contenere l’entusiasmo: “I numeri non sono importanti se poi non vinci il titolo.”
La squadra ha il ritmo dei campioni, la mentalità umile.
Roy Keane, uno che di titoli se ne intende, descrive cosi il Chelsea: “Ogni singolo giocatore conosce perfettamente il minimo indispensabile richiesto e sa che, se ognuno fa bene la sua parte, hanno quanto basta per vincere ogni partita”.
Giornata 21 – Il caso Diego Costa
Nella giornata 20, la serie vincente del Chelsea si spezza, per mano del Tottenham. Il problema però, a metà gennaio, non è tanto quella sconfitta quanto il caso Diego Costa.
Conte ha sempre cercato di instaurare un forte senso di unità all’interno del gruppo, non solo con i calciatori. Organizza attività e barbecue di gruppo o compra bottiglie di vino e prosecco a tutti gli impiegati, ringraziandoli con una nota individuale per il duro lavoro.
A gennaio c’è il timore che questa unità venga messa in discussione, per di più da uno degli uomini chiave della rosa. Diego Costa viene ammaliato dalle offerte cinesi del Tianjin Tianhai, che gli propongono un ricchissimo contratto. L’agente è in Cina e Costa è allettato dall’offerta, anche se il club è ferreo e non è disposto a cedere la sua punta titolare a metà stagione.
Conte è estremamente infastidito e risponde di forza, escludendolo dalla partita con il Leicester. La squadra senza di lui vince tre a zero. Costa “mette la testa a posto” e ritorna la gara successiva, andando anche a segno. In una partita che, ovviamente, il Chelsea vince.
Giornata 29 – I passi dietro si fanno più rumorosi
Il Chelsea, da quando si è preso la vetta della classifica alla dodicesima giornata, non ha più ceduto il posto. Quella serie di 13 vittorie è stata devastante, ma a dir la verità, gli altri giganti della Premier non sono restati a guardare – Tottenham su tutti – mantenendo comunque un ritmo da titolo.
Nella ventinovesima giornata il Chelsea cade, in modo inaspettato, in casa con il Crystal Palace: viene sconfitto 1-2. Quanto basta per sentire i passi dei nemici più rumorosi, in una classifica comunque abbastanza corta. Con nove giornate alla fine e due big match dietro l’angolo, il titolo è tutt’altro che scontato.
Ecco la classifica:
1. Chelsea (69)
2. Tottenham (62)
3. Liverpool (59)
4. Man City (58)
A proposito di City, la squadra di Guardiola perde terreno soprattutto nelle ultime tre giornate, con 3 pareggi di fila.
Giornata 32 – L’esito dei big match
Giornata 30. Nel primo scontro diretto, il Chelsea uccide le ultime speranze del Man City di lottare per il titolo e mantiene le distanze dalle altre. Vince infatti 2-1. “Siamo stanchissimi. Ma dobbiamo essere felici perché abbiamo battuto una grande squadra, la più forte del campionato, allenata da Pep Guardiola, il migliore allenatore al mondo”, dice Conte a fine partita.
A proposito, all’andata Guardiola disse più o meno lo stesso su Conte: “è uno degli allenatori più forti al mondo, in questo momento probabilmente il migliore. Ho grande ammirazione per lui”.
Due giornate dopo, nuova sfida tra pesi massimi. il Chelsea fa visita al Man United di Mourinho, che stavolta si prende la rivincita su Conte. Lo United vince 2 a 0. “La colpa è mia che non sono riuscito a trasmettere la giusta concentrazione”, dice l’allenatore dei Blues, che più avanti dirà: “è stato uno dei nostri momenti peggiori, perché sapevamo che dovevamo giocare contro il Tottenham in semifinale di FA Cup e dopo soli tre giorni contro il Southampton in campionato”.
La sconfitta di Manchester avvicina ulteriormente proprio il Tottenham, ora a -4 in campionato. Tottenham che però, sull’altro fronte, perde la sua prima sfida con i Blues. In FA Cup infatti il Chelsea vince 4-2 e conquista la finale di coppa inglese.
Giornata 36 – Miracolo compiuto
Da Manchester, il Chelsea non lascia più punti per strada. Le vince tutte e sei, andando anche a stabilire nuovi record incredibili e particolari, ma che vedremo dopo.
Alla 36^ giornata arriva il titolo. Il Chelsea vince 1-0 in casa del West Brom, con un gol verso la fine del subentrato Bathsuayi, che nel corso della stagione aveva trovato poco spazio. Il Chelsea è campione d’Inghilterra con due giornate di anticipo.
Conte diceva che i record, se poi non vinci, servono a poco. Ma ora che il Chelsea ha vinto è giunto il momento di tirare fuori un po di numeri, che rendono l’impresa del Chelsea ancor più memorabile.
Il Chelsea già campione vincerà anche le ultime due partite, concludendo a 93 punti, il secondo punteggio più alto nella storia della Premier League.
A stagione conclusa, il Chelsea ha 43 punti di quanti in più rispetto alla stagione precedente.
Vincono 30 partite su 38, nuovo record in Premier League di partite vinte in una stagione.
Pareggiano 0 (zero) partite in casa e solamente 3 in tutto il campionato. Entrambi, nuovi record della Premier.
Uno degli aspetti su cui Conte ha martellato i suoi – nonché uno degli ingredienti di questo successo – è la condizione atletica e fisica, al punto che diversi giocatori del Chelsea arrivano ad avere la più bassa percentuale di grasso nella loro carriera. Sul campo, questo aspetto è testimoniato da un dato incredibile della squadra di Conte. Il Chelsea termina la stagione senza subire un singolo gol dopo il 59′ di gioco. E quel gol subito cosi tardi, al 59′, arriva nella lontana quarta giornata di campionato, su rigore e quando il Chelsea ancora non aveva ingranato. (La partita era Swansea-Chelsea 2-2).
Il Chelsea edizione 2016/17 quindi è un Chelsea dei record. Conte si va a prendere il titolo in modo inaspettato alla prima stagione, ereditando una squadra arrivata decima e rendendola una macchina quasi inarrestabile. Ciò che rende speciale questa stagione è anche il fatto che Conte ottiene il massimo da ciò che ha, l’esempio più lampante è la trasformazione del disadattato Moses in un esterno destro affidabile e di qualità. La sua passione e la sua dedizione coinvolgono tutti i tifosi, in una stagione che non dimenticheranno.
Italians do it better. Conte diventa cosi il quarto allenatore italiano a vincere la Premier League, il quarto in soli otto anni, in un periodo in cui il calcio inglese viene dominato dai maestri italiani:
Ancelotti (2010), Mancini (2012), Ranieri (2016), Conte (2017).
Il Video
L’autore
Mister X è colui che aperto questo sito e l’omonimo canale YouTube. Mister x si è sempre chiesto se la gente leggesse davvero gli articoli, in particolare quelli di calcio, non fermandosi solo al titolo. Se tu hai davvero appena letto tutto l’articolo, X si vuole congratulare con te e ringraziarti per la lettura.
Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Fornisci il tuo contributo!